Come ho avuto più volte occasione di dire, del popolo non mi frega nulla. Di questo ammasso inconsapevole e berciante, immerso nel brutto e nel banale, di cui beffardamente si nutre, non potrebbe fregarmene di meno. Io aspiro alla nobiltà distaccata del superuomo, senza il fastidio della crudeltà e con il privilegio dello sberleffo. Purtroppo detesto ancor più oligarchi e aristocratici puzzoni e infingardi e vorrei vederli sfilare davanti a una ghigliottina. Odio chi ruba il mondo per sciuparlo senza ritegno e lasciarci briciole verminose come premio, facendoci credere che questo è l'unico modo per noi di sopravvivere. Per questo motivo mi tocca difendere la ragione di classe e l'ecologia e fare anche finta di essere un rivoluzionario fra i rivoluzionari, ma quelli almeno hanno passione vera e vorrebbero aggiustare il mondo a colpi di mazza.
Il popolo non vota e scaccia la politica come una mosca in Agosto dentro una stalla e sbava reclamando giustizia contro chi sta peggio di lui, perchè non sia mai detto che sono l'ultimo negro che c'è sulla faccia della terra.
Che fare? Bisogna sofogarsi ogni tanto e spurgare un po' di bile nera dal fegato malato, quando questo popolo indolente sputa su quanto c'è di più prezioso per fare dispetto a se stesso, altrimenti non ti rimane che l'atarassia del cinico tramortito dal vino e lo sguardo vacuo del turista che cerca il paradiso, ma si ritrova a Ladispoli di Domenica.
Domani ci calmiamo, recuperiamo l'aplomb e ricominciamo a fare discorsi seri e accorati, pieni di sensi della vita e dell'ardore dei frequentatori notturni di osteria. Domani.
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