domenica 3 luglio 2016

Saviano, Monti, Napolitano e l'elitismo cialtrone

Ho difeso Saviano in passato, pur criticando alcuni aspetti del suo pensiero, specialmente per quello che riguarda la sua strana visione del conflitto israelo-palestinese, dove i primi apparterrebbero a un mondo luccicante, gaudente e tollerante e i secondi sarebbero oscuri abitanti delle tenebbre pronti a tagliarti la gola in nome dell'oscurantismo elevato a ideologia del terrore. L'ho difeso nello specifico riguardo al suo ruolo contro la camorra, perchè mi dicevo se lo si critica si può contribuire creare terra bruciata attorno a lui e trasformarlo in una vittima. Oggi mi sento di criticarlo in tutta tranquillità, visto che ormai è parte intengrante di un ceto politico in grado di assimilarlo e dargli un profilo sopportabile dal punto di vista del potere. Tuttalpiù un'anomalia che ogni tanto ti punge, ma poi presto svanisce. Insomma uno  che si presenta autonomo e critico nei confronti del potere, ma non più di tanto. Almeno questa è la mia impressione. 
Niente di grave, solo uno dei tanti inutili intellettuali che non sono minimamente in grado di eleborare una teoria critica capace di determinare veri cambiamenti. Prendiamo la questione Europa, Saviano è un europeista convinto e guai a mettere in discussione l'ideale europeo. E' vero che l'artista si nutre di racconti, e l'Europa sembra tanto una bella storia, ma se questi racconti ti sbattono chiaro in faccia una realtà dove il cattivo non è il lupo, ma il principe azzurro, non ti viene qualche sospetto? No anzi, se la buona novella viene smentita e rifiutata da popolo, quello che è possessore della sovranità nell'idea di democrazia rappresentativa, allora la democrazia, nel caso della brexit, cioè nel caso di un verdetto a lui sgradito,  è difettosa e il popolo va rimesso a cuccia. Non lo si può dire esplicitamente, ma certe questioni non sono materia da ignoranti. Meglio lasciare certe decisioni a gente del calibro dei Napolitano o dei Monti e compari della Commissione Europea, che fra l'altro si sono chiaramente espressi in quel senso, piuttosto che alla plebe e ai suoi istinti animaleschi. 
Ecco questo genere di considerazioni sono in effetti l'anima del pensiero liberale, anche se la facciata appare diversa dalla sostanza, specie nei rituali pubblici, tuttavia ragionamenti del genere non te li aspetteresti da uno come Saviano che sembrava un genuino interprete delle aspirazioni democratiche di un popolo e del suo travaglio nel cammino verso una maggiore rappresentatività nelle istituzioni democratiche.
Insomma l'elitismo è una teoria alle volte allettante, specie se ti consideri un illuminato con facoltà superiori alla media e pensi sia saggio decidere al posto della maggioranza, ma confligge con la democrazia, per cui occore mettersi d'accordo: se l'Europa è la realizzazione pratica di tutti gli ideali democratici e solidali della società dei lumi, non può contraddire se stessa. 
Inoltre, lasciatemelo dire, fare gli elitisti in un paese corrotto messo messo in ginocchio dalla cattiva politica, è cosa di pessimo gusto. 

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