sabato 28 ottobre 2017

Dagli a quel democratico di un fascista

di Nicodemo
 
Ieri ho partecipato per curiosità a un'assemblea cittadina dei 5S. Fascistissimi.
Gli emuli di Farinacci furbetti facevano parlare tutti, si esprimevano pacatamente, disquisivano in modo semplice di volontà popolare, cercando di metterti a tuo agio, come a un seminario filosofico a margine della sagra della salsiccia e parlavano di comunicazione e dinamiche relazionali fra una slide e l'altra, da far invidia alla scuola di Palo Alto. Gente che argomentava con diabolica astuzia di questioni serie, come le carenze nella sanità, lo sperpero di risorse pubbliche, la corruzione, ecc. tutto per mascherarsi da democratici e dissimulare la loro intima fascistaggine. Nessuno che interrompeva, nessuno che faceva comizi. Che furbi!
Ovviamente io indossavo un cappellaccio nero e la maschera di Zorro per non farmi riconoscere, e parlavo con accento svedese a chi mi rivolgeva la parola. Ho mantenuto  l'incognito, per smacherare questi ipocriti. Alla fine però mi sono fatto prendere anch'io nelle spire velenose di questi seduttori, arruffapopolo e  manipolatori  da scientology alla matriciana, e stavo quasi per comprarmi una gigantografia di Rousseau da mettere al posto di quella di Marx nella mia cameretta. 
Maledetti fascisti esaltati.

domenica 22 ottobre 2017

La sinistra metaconcettuale

di Franco Cilli

In sintesi esiste una metacomunicazione. 

È un processo mentale che permette di comunicare sulla comunicazione stessa.  
Parliamo di sinistra. La sinistra si compone di fenomeni che potremmo racchiudere  in due differenti categorie: la categoria sociale-comunicativa e la categoria politica-organizzativa. Nella prima vengono incluse tutte quelle realtà che fanno parte della cosiddetta sinistra diffusa. Pezzi di società che veicolano un'idea solidale di mondo, attravero pratiche e stili comunicativi peculiari. Associazioni, volontariato, circoli culturali, centri sociali e movimenti (questi sono un ibrido fra le due forme). Questo insieme di realtà esprime un'idea di natura che si trasmette attraverso la comunicazione e l'affermazione di un'idea "altra" di società. La categoria politica-organizzativa è invece il luogo della politica praticata che si compendia di elementi normativi e rituali propri delle singole organizzazioni. Ne fanno parte le cellule di partito, le organizzazioni militanti, i centri sociali, i vari movimenti che si muovono su tematiche specifiche e ne fanno parte anche le strutture di partito con il compito di stabilire tattiche, strategie, alleanze, e modalità di relazione e interazione con la cosiddetta società civile. Una saldatura fra queste due dimensioni con fenomeni di interscambio e di osmosi, genera la massa critica necessaria in grado di provocare mutazioni del quadro politico generale, dei rapporti economici, dei costumi e della mentalità in seno a un determinato contesto sociale.

Mi sembra che in Italia queste due dimensioni siano ancora scisse e scarsamente comunicanti, continuando a vivere secondo ritmi e logiche proprie, senza porsi il problema di un livello di astrazione necessario atto a generare fenomeni politici rilevanti. In particolare la dimensione politica-organizzativa appare intrappolata in un loop autodistruttivo, che si fissa unicamente sull'elemento riguardante l'assemblaggio dei singoli componenti dell'agire politico e in generale sugli aspetti formali della politica stessa, ignorando tutti gli altri elementi. Ciò non è necessariamente frutto di ignoranza o cattiva fede, ma espresione della perdita di una capacità di metacomunicare e vedere i fenomeni da un punto di osservazione esterno, restando impigliati in logiche particolari e dinamiche relazionali che sono solo frutto di un malinteso istinto di sopravvivenza. 
Ci vorrebbe qualcuno o qualcosa in grado di recuperare quel senso di distacco metacomunicativo necessario che possa consentire di proiettare la sinistra al di là delle beghe di condominio e saldare le due diverse dimensioni che costituiscono il core della sinistra stessa.