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Ho un'età in cui perdi quella visione delirante di un futuro infinito e colmo di sorprese, ma non hai ancora perso del tutto l'illusione di avere ancora un posto nel mondo. Insomma un'età del piombo, dove la realtà finalmente si disvela nella sua vera essenza e mostra tutta la sua avarizia, dove il pensiero positivo diventa una cazzata per microcefali con il cervello inzuppato di anglicismi e il pessimismo diventa il metro perfetto per valutare finalità, relazioni, consuetudini e senso della vita. Credo che ciò sia dovuto in parte alle inevitabili modificazioni biologiche del cervello e in parte all'accorciamento di prospettive: se non vedi oltre il tuo naso ti deprimi.
E' strano a dirsi, ma l'homo eutimico, quello normale, secondo me è tale perchè il buonumore è frutto di un servomeccanismo che filtra la realtà e impedisce all'angoscia di entrare.
Insoma senza quel meccanismo naturale di filtro non sei artificialmente normale.
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