venerdì 3 giugno 2016

Che succede se vincono "quelli" del SI alle riforme

Oggi niente tecnismi, solo uno sfogo di pancia. Se vincono quelli, e ci tengo a dire che sono di parte e non starò a sbraitare sull'alzare i toni dell'una o dell'altra parte o a fare il distaccato, vince il male. Alè l'ho detta, sono un manicheo. D'accordo vince una certa versione del male o se preferite un contenuto di male in sovrapiù rispetto agli altri. Insomma vince l'Italia melmosa, intrallazzona, furbetta, castale, cafona, oltrechè mafiosa e insopportabilmente clientelare. Quella dell'amico che ti sussurra all'orecchio: "ci penso io, conosco uno che conosce uno", quella dello scempio del territorio, dei patti di stabilità, quella dei palazzinari che hanno fatto l'edilizia più infame e brutta del mondo, che forma lo strato del "paese più brutto al mondo che copre il paese più bello al mondo", quella dell'austerità e che ci vuole far diventare il Bangladesh privato della Merkel, con lavoro a discount, servizi privati e aziende in svendita. Insomma una merda. Ma perchè gli altri? Quelli del NO? Sono forse meglio. 
Accidenti è vero, non sono tanto tanto meglio, ma abbastanza meglio per crearmi l'alibi di non dover espatriare subito per non sapere dove andare.

p. s. lo so, direte, questo è un referendum sulla costituzione che c'entra il resto? C'entra, c'entra

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