lunedì 13 febbraio 2017

Il tornello tossico

di Nicodemo

Lunga vita ai tornelli. E' la mia animaccia piccolo borghese che urla, degradata più dalla stupidità che dai veleni del neoliberismo. E mi viene in mente il Lenin di "studiare, studiare, studiare". 
Che ci va a fare un tossico in una biblioteca, mi chiedo e appena lo penso un'autoanalisi implacabile e subitanea accende una spia d'allarme, quella con l'icona del razzista puritano e fustigatore dei costumi che storce la bocca di fronte al diverso. Poi mi dico ma che cazzo c'entra il liberismo e i confini che vuol tracciare fra gli individualisti anonimi che pagano il biglietto della lotteria che ha come premio l'appropriazione indebita del bene pubblico e le scorie umane di un'economia schifosa e piena dei vizi capitali di un'aristocrazia melensa e perversa? In fondo il tossico, il diverso, il malato di mente non sono solo il frutto di un'economia sbagliata, della divisione in classe della società, sono anche le vittime di un senso comune idiota che non si prende cura di loro perchè non ci sono quei soldi che si ciuccia l'Europa bastarda, creando le condizioni perchè si ficchino in una biblioteca universitaria visto non hanno un cazzo di posto migliore dove stare. 
Allora diciamocelo, il problema è della cura e della libertà, ma la libertà deve arrivare fino a un'aula di biblioteca della Facoltà di Lettere? Insomma questi tossici se davvero li vogliamo inclusi e socializzati, diamogli le stesse regole che valgono per tutti gli altri, comprese quele che dicono che uno non vada a farsi le pere in un bagno pubblico, diamogli tutto la sostanza velenosa che vogliono  e uno spazio dove scorrazzare senza mastini che gli mordano le caviglie, ma che non rompano i coglioni e lascino studiare chi ancora deve decidere in quale destino di disoccupazione dovrà imbarcarsi, mentre fa sogni proibiti sull'individualismo. Ah questo senza che sia necessario chiamere i celerini a spaccare tutto, parliamone. Dice il giovane compagno, ma perchè riduci tutto al tossico? Boh, mi viene in mente come l'emblema dell'escluso ributtante, ma includo tutti gli esclusi per non far torto a nessuno.
Insomma lasciamo fuori dalle bibliotecche tossici e celerini(oltre che fancazzisti del settimo giorno, punkabbestia, alcolizzati, maniaci sessuali e don Giovanni coatti), ma diamo una mano a tutti dopo l'orario di chiusura.